Andrea Greco / SPECCHIO NERO / 9 marzo
La galleria Capoverso è lieta di presentare Specchio nero, mostra personale di Andrea Greco, artista comasco che opera in campo nazionale ed internazionale. La mostra, composta da circa venti lavori, è un percorso alla riscoperta, fra citazioni e conoscenze storiche, dell’antico rapporto fra uomo e natura, grazie ad un metodo ricettivo emotivo, sensoriale, un nuovo “sentire”.
A proposito dell’artista e della mostra scrive Francesca Lucioni: “…Trovandomi di fronte agli ultimi lavori realizzati da Andrea Greco ho avuto la sensazione che cambiassero davanti ai miei occhi. L’oggetto in questione non evocava una tipologia di musica, ma qualcosa che ha a che fare con il concetto più ampio di “suono” e che prende in causa uno spettro più vasto di manifestazioni.
Greco è arrivato alla musica come naturale conseguenza della sua ricerca; prendendo infatti in considerazione tutte le serie realizzate finora, ci accorgiamo che movimento e ritmo facevano già la loro comparsa. Lo scarto di questi precedenti lavori rispetto alle Muse è però notevole. È l’elemento temporale il collante fra la musica e l’arte visiva; lo scorrere del tempo senza il quale la musica non potrebbe esistere, rimanda al fare artistico, alla sfida dell’artista di identificare il suo lavoro con la dimensione dell’esserci. Questi due ambiti trovano nell’opera di Greco un’ulteriore conferma e sviluppo, chiamando in causa anche la dimensione esistenziale e ponendo l’opera in una condizione di perenne presente.
L’esigenza di un ritorno ad un rapporto con la natura, lo stare in “ascolto” di essa, viene proclamata sia negli ambiti del sapere che in quelli artistici attraverso atti di denuncia e azioni tese a sensibilizzare l’individuo. È questa sensibilità comune che porta ad avviare rapporti di scambi e conoscenze come è avvenuto recentemente fra Andrea Greco e Ludovico Einaudi, compositore e musicista di fama mondiale che in collaborazione con Greenpeace, ha realizzato una toccante performance dal titolo “Elegy for the Arctic”, dove il compositore ha suonato un pianoforte a coda su una piattaforma galleggiante fra i ghiacci del Polo nord, per sensibilizzare sul problema dell’Artico.
Da questo incontro, dell’attenzione di Greco verso questo tema e dall’ascolto dei suoni dell’Universo, si concretizzano tali lavori, una sorta di alfabeto primordiale, dove l’andamento del segno/colore è frutto di una particolare rielaborazione della mente dell’artista. In questa serie è sempre ben distinguibile lo sfondo, mai arido supporto ma sempre materia viva; potremmo chiamarlo un “vuoto pieno”, lo stesso vuoto che viene ricreato negli strumenti musicali e che in dialogo con il pieno permette di eseguire la melodia.
Da questi elementi nasce un linguaggio “sensibile”, una scrittura generata e alimentata dall’ascolto di suoni primordiali, flussi energetici e propulsivi che ancora oggi come nell’antichità riescono a stimolare un potere creativo nell’individuo, sia esso artista o osservatore… Non ci resta che osservare attraverso lo specchio nero di Greco.”