Giuliano Galletta / IN GIRUM IMUS NOCTE ET CONSUMIMUR IGNI / 10 novembre 2016 /
“In girum imus nocte et consumimur igni”
Con una poesia di Marcello Frixione
A partire dal celebre palindromo e dall’altrettanto famoso film di Guy Debord, Galletta propone un lavoro sul tema della memoria e dell’oblio ma anche sulla dialettica fra iconoclastia e iconofilia. Come ha scritto il filosofo Mario Perniola: “La vita è un labirinto da cui non si può uscire: da ciò appunto deriva il titolo del film di Debord 'In girum imus nocte et consumimur igni'. Questa frase, che letteralmente vuol dire "giriamo in tondo nella notte e siamo divorati dal fuoco", presenta la curiosa caratteristica di poter essere letta dalla lettera finale fino alla lettera iniziale senza il minimo mutamento. Essa esprime perciò molto bene l'esperienza, che fu tipica degli Stoici antichi , della synkatathesis, dell'assenso del saggio alla heimarmene, alla provvidenza, da loro intesa come la serie inviolabile delle cause, "la legge razionale in base alla quale le cose avvenute sono avvenute, quelle che avvengono avvengono e quelle che avverranno avverranno".
(S. G.)