Giacomo Madia / OLTRE LA TELA / 4 aprile
OLTRE LA TELA
Già dodicenne inizia a dipingere ad acquerello e ad olio, poi inizia a collezionare opere, frequentando le gallerie negli anni fra il 1950 e il 1960, seguendo gli insegnamenti di un amico collezionista di arte astratta; conosce Borella, Chiti, Boero, Contemorra. Apprezza e studia Futurismo, Cubismo, Fontana, Castellani, Hartung, Pollock.
Lavora su ritratti e anche con linee come sintesi di sentimenti più che sintesi descrittive.
Molto impegnato nel lavoro imprenditoriale e manageriale, negli ultimi anni si è dedicato alla creazione di opere ready made, con richiami all’arte povera , ad installazioni quali la serie delle “prigioni o restrizioni della libertà “, e a sperimentazioni di estrusione del colore.
La tela e la juta diventano così non solo semplici supporti ma soggetti che la sovrapposizione e la commistione di colori rendono pulsanti giochi di trama-ordito . Alcuni monocromatici, altri con elementi geometrici che fanno risaltare o dividono gli spazi , altri ancora con caratteri di scrittura che invitano l’osservatore a riflettere sui concetti espressi