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Apedistri - Didymos - Ioan  DOMANI LE STELLE / 23 maggio


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ESSERE TENUTO IMMERSO NEL NIENTE,
DAVVERO NON SONO I VASI COLMI DI TE A RENDERTI STABILE.
LE TRE GRANDI LUCI,
DOMANI LE STELLE.

Nel 1603 Johann Bayer pubblica ad Augusta il primo Atlante della sfera celeste. Cinquantuno mappe di cui quarantotto costellazioni tolemaiche, una per i cieli dell'estremo sud che erano ignoti a Tolomeo, e due planisferi, incise da Alexander Mair. Basandosi sul sistema Ticonico, questa Uranometria propone un incrocio matematico/filosofico/alchemico tra Copernico e Tolomeo con reminiscenze Stoiciste, nelle quali si ipotizzavano cieli fluidi che potessero accettare orbite intersecate. Una filosofia celeste instabile che, pur vivendo ancora delle teorie cinquecentesche sulle croste celesti, si affaccia verso nuove misurazioni e l'ignoto.

Con la messa in discussione dell'esclusività della visione geocentrica, l'uomo inizia un processo di decentramento del proprio asse. 
Analogamente oggi, la concezione del mondo è messa in discussione da cambiamenti imminenti. L'umanità si trova in un punto limite, oltre il quale intravede un orizzonte complesso ed ignoto. Viene a mancare la presenza, l'esser-ci, ovvero ciò che permette all'uomo di porsi di fronte al mondo come colui che ha facoltà di creare.
È a questo punto che ci viene chiesto di corrispondere a ciò che non siamo, di accettare che il ruolo di artista venga sostituito da un qualsiasi altro ruolo a noi alieno. 
Da questa riflessione nasce ESSERE TENUTO IMMERSO NEL NIENTE, DAVVERO NON SONO I VASI COLMI DI TE A RENDERTI STABILE. LE TRE GRANDI LUCI, DOMANI LE STELLE, affrontare il rischio di seguire ciò che sentiamo per esserci di fronte al pericolo di non esserci. Siamo pesci e ci viene chiesto di correre, mentre noi vogliamo nuotare. 
La nostra risposta alla crisi (sociale, culturale, spirituale, economica, climatica) è quella di porci autenticamente in relazione con il mondo che ci circonda. 

Lasciando che le Uranometrie di J. Bayer e A. Mair parlino del loro fallimento, ci siamo confrontati con le contingenze della contemporaneità, mettendo in discussione la possibilità di dare una lettura significante del mondo. Procedendo per tentativi, fallimento dopo fallimento in cerca di un assetto ipotetico. Connettersi a queste carte celesti significa exsistĕre, stare al di fuori di sé, compiere un lavoro estatico verso l'affermazione della propria presenza. 
J. Bayer e A. Mair, designando le sfere celesti da un punto di vista materiale e spirituale, hanno definito l'Universo e l'essenza ontologica dell'essere. In una progressione circolare di insuffli. Hanno creato carte smentite da tesi cosmologiche progressive, ma la loro poetica contiene l'ontologia dell'essere nonostante i cambiamenti temporali. Allo stesso modo l'artista mantiene la propria funzione nonostante le contingenze della realtà.
Il nostro approccio si struttura come uno psicodramma, dove contenuto e contenitore coincidono.
Le tre grandi luci, il sole, la luna, e le stelle esistono in quanto tali. Così l'arte fragile, inconsistente e specchio dello spirito.

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